(Gaeta, 1680 – Napoli, 1764)

La vestale Tuccia che va al Tempio
Tuccia o Tuzia, leggendaria vestale romana protagonista di una vicenda narrata da Livio, Valerio Massimo e Dionigi di Alicarnasso, ricorre frequentemente in opere letterarie o raffigurazioni.
La sacerdotessa del Tempio di Vesta viene ingiustamente accusata di aver violato il voto di castità e rischia la pena di essere seppellita viva, ma riesce a dimostrare la sua innocenza sottoponendosi ad una ordalia, una prova consistente nel raccogliere l’acqua del Tevere con un setaccio.
I confronti stilistici non lasciano dubbi sull’attribuzione di questa tela al pittore Sebastiano Conca, confermata dall’esistenza di un disegno conservato al Museo Albertina di Vienna, in cui il soggetto è trattato con una composizione identica.
L’artista, attivo prevalentemente a Roma e nel Regno di Napoli, e noto anche con il soprannome de Il Cavaliere, si formò alla scuola napoletana di Francesco Solimena e riscosse notevole successo durante tutta la sua carriera: nel 1710 aprì l’Accademia del Nudo, alla quale confluirono molti artisti italiani e stranieri; e venne nominato nel 1729 direttore dell’Accademia di San Luca. La sua attività pittorica continuò ad arricchirsi nel corso degli anni, nella gestione di numerose commissioni da parte delle più importanti famiglie romane, tra cui gli Spada, i De Carolis e gli Acquaviva. Con le opere da cavalletto il Conca raggiunse le vette più alte, creando incantevoli visioni, dove il carattere religioso dei soggetti e il tono drammatico delle narrazioni si stemperano in puro lirismo.
La tela, una composizione piena e ricca di gestualità scenica, vede al centro la Vestale, coperta di un velo lungo e chiaro che cala fino ai piedi nudi, mentre porta il setaccio colmo d’acqua al Tempio, del quale l’artista ci offre alcuni dettagliati elementi architettonici.
L’elegante finitezza dei particolari riscontrabili nelle stoffe, nei volti e nell’ambientazione, pone questa tela quale testimonianza della sua elevata qualità pittorica.

olio su tela,
cm 135 x 100h

Expertise: prof.ssa Mina Gregori