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Gabriel Bella

(Venezia, 1730 - 1799)

San Giorgio Maggiore verso il Molo
Veduta dell'Arsenale
Le vedute ci conducono in due luoghi storicamente importanti della Serenissima: l’Arsenale di Venezia, con il suo ampio spazio di qualità architettonica e i leoni marmorei Ateniesi, residenti dell’Arsenale dal 1687; e l’Isola di San Giorgio Maggiore, con la sua splendida basilica palladiana, portandoci a conoscere Gabriel Bella, un artista noto soprattutto per le gioiose rappresentazioni della città lagunare celebranti le ricorrenze civili e religiose, i festeggiamenti ufficiali e i divertimenti tradizionali che scandivano il corso dell’anno con la partecipazione di tutti i ceti sociali e di folle di stranieri. La fama di Bella è legata alla raccolta di sessantasette tele autografe di notevole interesse, ampio documentario pittorico della Venezia del Settecento, ora conservata nel palazzo veneziano di Santa Maria Formosa ad arricchire la preziosa pinacoteca della Fondazione Querini Stampalia.
Le tele, corredate da una breve legenda descrittiva, furono in gran parte incaricate intorno al 1779 da Andrea Querini, autorevole esponente dell’oligarchia veneziana, colto bibliofilo e amante dell’arte, per arricchire la residenza ai Santi Quaranta di Treviso, dove la presenza di Bella è documentata dai Libri di casa del 1782. Nel 1791 la collezione di scene di vita quotidiana lagunare si irrobustì ulteriormente, a seguito del lascito ereditario di Ascanio Giustinian che comprendeva un consistente numero di opere realizzate per la villa di famiglia a Campodipietra1.
A questo gruppo di celebri tele si aggiunge un corpus di opere che il pittore eseguì per il resto della sua committenza, una serie di vedute di gusto più canonico, ma sempre luminose testimonianze dei costumi, delle tradizioni e specchio fedele del sentimento della Serenissima.
La sua arte si inquadra a cavallo tra il genere della «veduta» e quello della «scena di vita contemporanea», con la costante intenzione del documentarista e del pittore popolare2. Le sue opere riprendono, come spesso accadeva, immagini di altri autori rielaborate con disinvolto eclettismo e parafrasate tra loro con ingenuo meccanicismo. In particolare queste due vedute, vivacizzate dalle tipiche macchiette e animate dalle numerose imbarcazioni di vario genere, derivano dalle acqueforti del maestro Michele Marieschi, facenti parte della serie di ventuno vedute pubblicate nel 1741 con il titolo Magnificentories Selectioresque Urbis Venetiarum Prospectus3, e si collocano verso il momento ultimo dell’attività di Gabriel Bella, databili dunque intorno agli anni Ottanta del Settecento.

Olio su tela,
cm 97,5 x 62,5h

Expertise: prof. Dario Succi

Bibliografia di riferimento:
1. M. Dazzi, E. Merkel, Catalogo della pinacoteca della Fondazione Scientifica Querini Stampalia,
Neri Pozza Editore, Vicenza, 1979, pp. 97-102;
2. F. Pedrocco, Il Settecento a Venezia, i Vedutisti, Rizzoli Editore, Torino, 2001, pp. 193-195;
3. D. Succi, La Serenissima nello specchio di rame, Grafiche Antiga,
Crocetta del Montello, 2013, pp. 244-246, fig. 15 e 16.

  • Lun - Ven: 9:00 - 13:00 | 15:00 - 19:00
  • Sab e Dom: escusivamente previo appuntamento

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