La carità romana, olio su tela, Pellegrini
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Emma Ciardi
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Emma Ciardi

(Venezia, 1879 - 1933)

Il Bacino di San Marco
Il Casino degli Spiriti

Artista riservata, creativa, libera. Lei è Emma Ciardi, figlia d’arte e pittrice di professione quando non era facile né usuale per una donna esserlo, per di più nubile in una società all’alba del Novecento che lo trovava inconsueto, se non inconcepibile.
Si nutre della passione del padre, il pittore Guglielmo Ciardi e cresce in un ambiente dove l’arte è respiro, pane quotidiano e ragione di vita. A cavallo dei due secoli, vive la sua stagione creativa nel bel mezzo delle rivoluzioni epocali che stanno trasformando il mondo. Mentre Picasso dà alla luce una rivoluzione con il Cubismo e il Futurismo pubblica il suo sovvertitore manifesto, mutando il concetto stesso di visione di arte, Emma sceglie il grande filone del paesaggio e del vedutismo veneziano. La pittura veneziana è caratterizzata, in questo passaggio di secolo, dall’evocazione e dalla rivisitazione del XVIII secolo, l’età apparentemente agiata e spensierata della Serenissima. In tutta Europa si manifesta la tendenza a rievocare la tecnica pittorica e i soggetti settecenteschi, le eleganti figurette in costume, le carrozze, le danze e le feste. Il tema privilegiato della sua pittura è quindi un neosettecentismo riveduto e corretto: studia Francesco Guardi, Canaletto e Luca Carlevarjis, percorre in lungo e in largo i parchi e i giardini delle ville più belle d’Italia, immagina i costumi e le carrozze, dipinge figure evanescenti e appena sbozzate, ferma rapidamente sulla tela innumerevoli scorci della sua città. Quella stessa immagine, che nel corso dei secoli era stata codificata in ogni sua magnificenza architettonica dalla prospettive delineate con piglio scenografico da più generazioni di vedutisti, aveva ceduto il passo ad una nuova interpretazione tesa a renderne le atmosfere sospese, tra cielo e laguna, manifestando un’inedita attenzione per gli effetti di luce e gli eventi metereologici.
La pittrice ritrae il paesaggio usando una personale miscela di presa diretta della realtà e gioco di fantasia; privilegia i luoghi delle figure, le cui forme abbandonano le fattezze descrittive per risolversi in pure sembianze cromatiche: per questo dipinge en plein air, porta con sé il seggiolino, le tavole, i pennelli e la cassetta con i colori a olio in tubetti e lavora all’aperto, fissando i suoi schizzi su di un taccuino o abbozzando tavolette che termina nel suo atelier.
Le sue vedute lagunari fissano inquadrature scelte tra gli angoli più appartati cari all’immaginario romantico, come Il Casino degli Spiriti, dove la pennellata sfarfalla in tocchi leggeri dando corpo all’immagine vibrante del cielo e del mare che spiccano come protagonisti. Dopo gli anni Venti i cieli sono realizzati con una speciale tecnica che accosta pennellate dense di azzurro e lascia emergere piccole croste di materia cromatica. Le tracce danno l’effetto di una superficie increspata come fosse rastrellata, in cui la luce si immerge, scava e riaffiora in un dinamismo che anima lo spazio del dipinto.
Il Casino degli Spiriti è un villino che per secoli ha ospitato riunioni tra artisti, letterati e filosofi, situato sul fondo del giardino di Palazzo Contarini dal Zaffo, lungo le fondamenta Gasparo Contarini a Cannaregio, affacciato sulla laguna nord e sul piccolo bacino di Sacca della Misericordia. Secondo una leggenda il palazzo è luogo di ritrovo per spiriti irrequieti, come il l’anima del pittore Luzzo, morto suicida proprio nell’edificio a causa di un amore non corrisposto.
Ne Il Bacino di San Marco, una delle immagini più rappresentative della città, la resa cromatica è varia e il respiro atmosferico è ampio. Emma dipinge con tinte pure accostate direttamente sul dipinto per una resa immediata e fresca del soggetto. La sensibilità cromatica, per lei retaggio familiare e segno di appartenenza alla tradizione artistica veneta, è dominata da gamme brillanti e chiare; sulla sua tavolozza troviamo bianco di zinco, giallo di cadmio, ocra gialla, terra di Siena, rosso di Venezia, verde smeraldo, azzurro di cobalto, oro antico, rosa pallido e una ricca orchestrazione di grigi perlacei. Gran parte del dipinto è occupato dal Canal Grande, solcato da rare imbarcazioni che viaggiano sulla vibrante distesa d’acqua. Palazzo Ducale si accompagna al campanile della Basilica di San Marco, parzialmente coperto dall’edificio che ospita la Biblioteca Nazionale Marciana, mentre a destra emergono il Palazzo delle Prigioni Nuove e Palazzo Dandolo.
I dipinti di Emma seguono un disegno essenzialmente ritmico, in cui la ricerca espressiva ruota intorno alla luce, alle ombre sapienti e ai bagliori inediti; i colori pastosi sono riflettenti come la lacca. Per rendere effetti di profondità, lascia che le stesure cromatiche facciano trasparire la trama brunita della tela o della tavola di supporto, che emerge dal fondo creando contrasti luminosi con lo strato pittorico esterno.
Durante la sua carriera fu ben nota nell’ambiente artistico internazionale e sostenuta dai più potenti critici e giornalisti del tempo che la portarono ad ottenere commissioni importanti e richieste da parte di gallerie accreditate, che amano la brillante materia cromatica, la rapidità di esecuzione, la forza della pennellata, l’estro delle prospettive, la leggerezza della veduta e la rassicurante aderenza al vero. Presenza costante alla Biennale, viaggia molto e partecipa alle più importanti rassegne d’arte nazionali e internazionali, tiene sue personali e alla fine degli anni Venti opera esclusivamente per gallerie e collezionisti inglesi e americani, intensificando la produzione di vedute di Venezia. Oggi queste opere, che hanno attraversato l’oceano già negli anni in cui l’autrice era in vita, si trovano in collezioni private e in raccolte pubbliche, come la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Museo Revoltella di Trieste, Palazzo Pitti, la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi. L’amata città natale conserva le sue opere a Ca’ Pesaro, al Museo Correr e a Ca’ Rezzonico.

Emma Ciardi (Venezia, 1879 - 1933)

Il bacino di San Marco,
olio su tela, cm 70 x 50
firmato in basso a destra: "Emma Ciardi"

Il Casino degli Spiriti,
olio su tavola, cm 40 x 30
firmato in basso a destra: "Emma Ciardi"


Bibliografia:
I Ciardi, Paesaggi e giardini, catalogo della mostra a cura di G. Romanelli, [Conegliano, Palazzo Sarcinelli, 16 Febbraio – 23 Giugno 2019], Marsilio, Venezia, 2019;
Emma Ciardi, pittrice veneziana tra ‘800 e ‘900, catalogo della mostra a cura di M. Zerbi e M. Esposito, [Mirano, Barchessa di Villa Morosini, 12 Aprile – 22 Giugno 2003], Canova, Treviso, 2003.

Bibliografia di riferimento:
Emma Ciardi, Il giardino dell’amore: la vita e le opere di una pittrice veneziana 1879 – 1933, [Museo Nazionale di Villa Pisani, Stra (Venezia), 22 febbraio – 23 maggio 2009], catalogo della mostra a cura di M. Zerbi, Allemandi, 2009, tav. 36 e tav. 104.

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