Gaspare Diziani
Gaspare Diziani

Gaspare Diziani

(Belluno, 1689 - Venezia, 1767)

Mosè che fa scaturire l'acqua dal deserto
«Ora tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin il primo mese e il popolo si fermò a Kades. Qui morì e fu sepolta Maria.
Mancava l'acqua per la comunità: ci fu un assembramento contro Mosè e contro Aronne. Il popolo ebbe una lite con Mosè […] Allora Mosè e Aronne si allontanarono dalla comunità per recarsi all'ingresso della tenda del convegno; si prostrarono con la faccia a terra e la gloria del Signore apparve loro. Il Signore disse a Mosè: “Prendi il bastone e tu e tuo fratello Aronne convocate la comunità e alla loro presenza parlate a quella roccia, ed essa farà uscire l'acqua; tu farai sgorgare per loro l'acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al suo bestiame”.
Mosè dunque prese il bastone che era davanti al Signore, come il Signore gli aveva ordinato. Mosè e Aronne convocarono la comunità davanti alla roccia e Mosè disse loro: “Ascoltate, o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua da questa roccia?”. Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il bastone due volte e ne uscì acqua in abbondanza; ne bevvero la comunità e tutto il bestiame. […]»1
Al centro del dipinto, affiancato dal fratello Aronne, Mosè solleva il bastone. Il miracolo è stato compiuto, Mosè ha salvato il popolo. Il racconto biblico (La Sacra Bibbia, ossia l’Antico e il Nuovo Testamento, Libro dei Numeri, Cap. 20, 1:11) si snoda in un’elegante struttura compositiva orizzontale, attraversata dal ruscello da cui i vari gruppi di personaggi attingono l’acqua, colmano le brocche e si dissetano. L’acqua si fa spazio tra il terreno roccioso, si avvicina al primo piano e in alcuni punti regala un luminescente riflesso di luce. Il paesaggio montuoso, caratterizzato da toni erbacei e terrosi molto delicati, ospita l’accampamento degli Israeliti ed è capeggiato da un cielo azzurro travolto da alcune nuvole. Gaspare Diziani sigla i dipinti costruendo una cornice teatrale fatta di alberi e tendaggi, oltre i quali si apre lo spettacolo della sua opera.
Dell’autore si conoscono almeno due altre redazioni sullo stesso tema: la prima è datata tra il 1734 e il 1745 ed è conservata in collezione Pillsbury nel Minnesota1, mentre la seconda fa parte degli affreschi realizzati nel 1751 nella chiesa di San Bartolomeo a Bergamo2.
Mosè che fa scaturire l’acqua nel deserto presenta una freschissima qualità pittorica, con caratteristiche coloristiche e compositive del tutto analoghe a quelle dell’artista riferibili alla sua produzione matura, nell’aspetto decorativo, nella stesura ricca materialmente e libera del colore, permettendo di collocarla cronologicamente nella prima metà del 1750.
Nella fase matura dell’attività artistica di Gaspare Diziani si distinguono due diversi momenti di stile, caratterizzati anche da una diversa concezione della vita e della religiosità, da una diversa prospettiva interiore e conseguente ottica pittorica. Dopo il 1734, con la morte di Sebastiano Ricci, Gaspare diviene ancor più riccesco di prima e schiarisce la sua tavolozza, i modi si fanno più intimi e calmi, meno impetuosi e tragici e si fa strada un gusto più sottile ed emotivo.
In quest’opera Diziani si rifà senza dubbio al Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia di Sebastiano Ricci3 - realizzato probabilmente in collaborazione con Marco Ricci - con la quale condivide la cura per la resa dei particolari, la bilanciata impostazione scenografica e il dirompente effetto teatrale d’insieme, il portamento di alcune figure, in special modo la donna accovacciata sull’estrema destra del dipinto. L’impostazione pittorica del maestro Sebastiano Ricci ricevuta da giovane è per Gaspare determinante e rimane essenziale per tutta la sua carriera, nonostante la frequentazione anche di altre scuole come quella di Antonio e Gregorio Lazzarini.
L’artista risulta iscritto alla Fraglia dei pittori veneziani già nel 1720; tra il 1722 e il 1727 compie un viaggio a Roma, ma il resto della vita lo trascorre eseguendo una pregevole quantità di opere tra Venezia, Padova, Rovigo, Bergamo e Belluno. Nel 1755 è tra i fondatori dell’Accademia Veneziana di pittura, della quale ricopre la carica di presidente per due volte.

Gaspare Diziani (Belluno, 1689 –  Venezia, 1767)

Mosè che fa scaturire l’acqua nel deserto,
olio su tela, cm 61 x 141
1750 circa

Expertise: prof. Filippo Pedrocco

Bibliografia:
1. A.P. Zugni Tauro, Gaspare Diziani, Alfieri, Milano, 1971, fig. 63;
2. Ivi, fig. 120.

Rif:
3. Sebastiano Ricci, Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia, olio su tela, cm 243 x 440, 1725-26, inv. 735, Galleria Sabauda, Musei Reali di Torino.

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