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Bureau con specchiera

Bureau in legno laccato con specchiera in legno dorato

Capolavoro di matrice veneziana, il brioso e raffinato arredo è un’opera di indubbia committenza aristocratica, splendida nella linea e per la sua irripetibilità.
Il corpo inferiore è composto da un bureau in legno intagliato, dominato da una gentile sagomatura dei fianchi e del fronte. Il fondo laccato rosso lascia spazio a motivi dorati e riserve mistilinee che raccolgono fastose decorazioni floreali policrome, rabeschi e volute con terminali fogliati. Il fronte è ripartito in tre cassetti e una ribalta, che conserva al suo interno due cassettini, alcuni vani a giorno e un tradizionale segreto. Il bureau poggia su di un cornicione in legno dorato di sinuoso andamento, ornato da una rocaille centrale e sostenuto da quattro piedi a mensola finemente intagliati. La parte superiore dell’arredo è composta da una specchiera dorata, caratterizzata da una doppia cornice cadenzata da volute arricciate e rocailles intagliate, e scolpita con un complesso di preziosi elementi a girali che si susseguono liberi e ordinati lungo i lati. La struttura della cornice cala morbidamente appoggiandosi al piano del bureau, dove segue scrupolosa il decoro laccato del piano, e sfocia infine in una coppia di sfingi in legno scolpito e dorato, di impronta artistica greco-romana. Le sculture alate, dal volto femminile dai seni prosperosi, sono deposte solennemente su ampie e dilatate volute.

Venezia, Luigi XV (prima metà del XVIII secolo)
cm 153 x 250h x 66

Pubblicazione:
E. Barbolini Ferrari, Mobili dipinti, Icaro Edizioni, Modena, 2004, p. 143.

ARREDI “CORRADINIANI”
L’incessante andirivieni di curve, il sostenuto ordito di riccioli sospesi, i bouquets di fiori, le figure a tutto tondo e l’ammiccare voluttuoso di nudi sinuosi, che già si aprono alla piena grazia del Rococò, suggeriscono di accogliere quest’opera tra i fastosi arredi “corradiniani”, ovvero tra quelle opere di derivazione diretta dai prototipi ascritti allo scultore veneziano Antonio Corradini (1688-1752), alcuni dei quali si possono ammirare oggi a Ca’ Rezzonico a Venezia. Lo scultore, famoso soprattutto per le sue figure velate, ricevette in realtà molte commissioni scultoree da parte della Serenissima, tra cui anche la decorazione dell’ultimo Bucintoro, i cui frammenti che di esso tuttora si conservano al Museo Correr, hanno fatto asserire ad alcuni critici che il loro ideatore deve anche essere il responsabile di splendidi arredi veneziani passati alla storia come capolavori del Settecento(1).

Bibliografia:
1. A. Gonzalez-Palacios, Il mobile nei secoli, Fabbri Editori, Milano, 1969, vol. II, p.13-19.

 

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